CLICCA

Archivio delle notizie di graffignananew.it

ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 16/06/2010 - Bambini “super-attivi”

Aumenta l’interesse verso i disturbi dell’attenzione, l’esperto conferma: «Un tempo il fenomeno veniva sottovalutato» Bambini “super-attivi”, 50 casi in cura In crescita nel territorio i minori affetti dalla sindrome Adhd

Suo figlio si chiama Davide, ha 11 anni e la sindrome di Adhd: disturbo dell’attenzione e dell’iperattività. A scuola, il ragazzo non riesce a stare fermo, concentrarsi, rispettare le regole. E gli insegnanti lo puniscono in continuazione. Lui pensa di essere cattivo e invece di migliorare, peggiora. Sua madre è disperata. Alle elementari, a Sant’Angelo, erano in classe in 28, ma andava tutto bene, alle medie di Graffignana, invece, le cose non sono andate per il verso giusto. Adesso i genitori stanno cercando un’altra soluzione. Sperano di trovare una nuova scuola con degli insegnanti disposti a capire che dietro il comportamento del figlio si nasconde un disturbo neurologico.Nel Lodigiano, ci sono oltre 50 ragazzi con lo stesso problema di Davide (il nome è di fantasia). A seguirli c’è il centro regionale, che ha sede presso l’Unità operativa di neuropsichiatria dell’Azienda ospedaliera, e che è guidato dalla neuropsichiatra Paola Morosini. «L’Adhd, Attention-deficit/hyperactivity disorder - spiega la specialista - è un grave problema neurologico che spesso viene scambiato per maleducazione. Attualmente, nel Lodigiano, abbiamo in carico oltre 50 casi, solo 32 sono nel capoluogo. Si tratta di una patologia in aumento, spesso associata alla dislessia e ai disturbi dell’apprendimento. L’aumento credo sia legato alla raffinatezza delle diagnosi. Un tempo i problemi venivano sottovalutati. Ci sono diverse teorie sulla fenomenologia della malattia che vanno dall’alimentazione all’inquinamento. I videogiochi e la Tv questa volta non rientrano tra le cause, trattandosi di un disturbo neurologico. Dai giochi tradizionali però i bambini imparano a rispettare i turni e le regole. Per loro potrebbero essere un’importante banco di apprendimento».I bambini con la sindrome dell’iperattività, dell’attenzione e dell’impulsività hanno diritto, a seconda dei casi, all’insegnante di sostegno e all’assistente ad personam. «Nel nostro centro - dice Morosini - facciamo tutto un lavoro di parentraining con i genitori, cioè dei gruppi di incontro, nei quali insegniamo alle famiglie quali comportamenti tenere con i figli. Diciamo loro di non arrabbiarsi nella vita quotidiana e gli spieghiamo quali sono le condotte di anticipazione da adottare: non si può chiedere ai ragazzi di stare seduti mezz’ora a fare i compiti se la loro capacità di attenzione dura 10 minuti». Al centro di via Giovanni XXIII di Lodi, ai ragazzi si applica la terapia occupazionale. «Cerchiamo di insegnare loro, attraverso attività pratiche - spiega Morosini - come si fa a progettare, tenere l’attenzione, costruire i passaggi per arrivare all’obiettivo, senza disperdersi. Facciamo interventi individuali o di gruppo, a seconda dei casi». La terapia psicofarmacologica, invece, a Lodi è seguita solo da 5 pazienti, interviene per bloccare i luoghi cerebrali alterati dal punto di vista neurologico. «L’Adhd - precisa Morosini - è un’alterazione di alcuni circuiti di neurotrasmettitori che impediscono ad alcune famiglie neuronali di avere la loro funzione di controllo. Le prospettive di cura sono buone. Sono in arrivo anche degli stanziamenti regionali che riguardano la terapia alternativa ai farmaci. L’obiettivo è fare in modo che i bambini non si sentano cattivi e indesiderati. Solo così possono migliorare». Cristina Vercellone